La gift card cambia “pelle”
1-3 Aprile 2019 – A Chicago si è tenuta la terza edizione della conferenza “Flourish”, incentrata sulle Branded Currencies.
Noi di Amilon eravamo presenti, per raccogliere utili spunti di riflessione e per sapere di più sulla percezione internazionale di questo rivoluzionario strumento – la “moneta di marca” – sempre più protagonista di strategie di vendita ad alto potenziale.
Quello che è parso subito chiaro è che le gift card sono uno strumento di marketing più in salute che mai, anche se qualcosa è cambiato.
Nello specifico, la gift card cambia pelle e cambia “nome”; la “fioritura” delle gift card, nel loro evolversi e stare al passo con gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni, si traduce nel concetto più ampio di Branded Currency, in cui convergono anche punti fedeltà e coupon. L’elemento comune di tutti questi strumenti è il fatto che possano essere concepiti come “monete” a disposizione del retail per fare marketing in modo nuovo e sempre più efficace.
In particolare, questa nuova prospettiva permette di ottimizzare le strategie di vendita, apportando un elemento di freschezza e novità alla customer experience. Anche se il fine primario resta quello di aumentare i volumi di vendita, è ora possibile farlo attraverso strategie integrate che si focalizzano sulla customer acquisition, la fidelizzazione e l’offerta di una customer experience rinnovata.
Un altro elemento in contrasto con il trend degli anni precedenti e che ora entra in gioco in modo preponderante è il fatto che le gift card sono sempre meno “gift” e sempre meno “card”.
Infatti negli ultimi tempi le gift card sono sempre più scelte per le spese personali, piuttosto che per fare regali. All’origine dell’utilizzo personale va sicuramente individuato il numero sempre crescente di aziende che le sceglie come strumento per premiare, incentivare o erogare i benefit welfare ai propri dipendenti, collaboratori e alla forza vendita.
La scelta ricade sulle gift card soprattutto perché in Italia il loro utilizzo in ambito aziendale è molto agevolato, soprattutto nel welfare aziendale.
Inoltre, le gift card sono anche un ottimo benefit da ricevere: oltre alla libertà di scelta nello spenderle, si può godere della grande comodità del pagamento digitale. In pochi secondi infatti è possibile scaricare sullo smartphone la propria gift card dal wallet o dal portale aziendale e spenderla immediatamente nel punto vendita (il tutto mentre si è ancora in coda alla cassa!) o on-line.
In altre parole: moneta di marca digitale e per uso personale.
Ecco quindi come la gift card si è trasformata negli anni ed è diventata la “moneta di marca” per eccellenza o Branded Currency, strumento potentissimo a disposizione del retail per movimentare la customer experience e delle aziende per incentivare e motivare i dipendenti.
La digitalizzazione delle gift card è stato l’elemento di innovazione del settore più grande in Europa, introdotto da Amilon nel 2007. Se già allora la comodità e l’innovazione del digitale erano parsi vincenti, ora lo sono ancora di più.
La digitalizzazione fa venir meno anche il motivo principale per cui chiamarle “card”. Si potrebbe parlare di codici, ma così sarebbe meno evidente il loro carattere dinamico e funzionale di valute digitali – o come dicevamo prima: monete di marca, Branded Currency.
Per tutti questi motivi, è il momento di confrontarsi con la nuova “pelle” delle gift card, che non sono più tali, ma che si qualificano come Branded Currency, interagendo con tutti gli altri strumenti che rientrano nell’utilizzo come “moneta di marca” e che nelle mani del retail sono forse lo strumento più potente apparso sul mercato negli ultimi tempi.